Questo post prende spunto da situazioni reali che ho vissuto nel corso degli anni o a cui abitualmente assisto, pertanto se qualcuna delle lettrici leggendo si riconoscesse nelle mie parole va bene così. Ovviamente, inutili saranno le vostre proteste a me indirizzate e del tutto inefficaci i vostri insulti, pertanto risparmiate del tempo prezioso evitando di rompermi i coglioni, e utilizzatelo magari per farvi un approfondito e onesto ESAME DI COSCIENZA. Le donne. Queste creature soavi e leggiadre, queste dispensatrici di amore, queste meraviglie alle quali addirittura IDDIO di persona ha riservato la facoltà di poter far nascere una vita. Le donne. Queste meraviglie amabili e solari, le donne: QUESTE INCREDIBILI PUTTANE. Sarà che ultimamente, per lavoro e a causa della mia vita che mi porta a conoscere il più variegato substrato di FEMMINE disponibili sul pianeta, mi capita di posare gli occhi su creature tutt'altro che soavi, tutt'altro che dispensatrici d...
La mia vita non è un film, lo dico spesso. Ma in questo caso ci si avvicina parecchio...sconcertante, no? Non ricordo chi mi disse di guardare il film Elizabethtown. Ricordo però che mi disse "cacchio, sembra che parlino di te!" Alla fine l'ho visto, piombando in un immenso flashback di pezzettini di vita vissuta, ricordi sparsi e frasi già sentite... Lei e lui, incontro casuale e intensissimo, lei particolare, "unica nel suo genere", per non dire assurda, lui che vorrebbe suicidarsi per un fallimento nella sua vita lavorativa ma che prima deve organizzare il funerale del padre. Si, diciamo che i presupposti sono del tutto simili a quelli delle mie incasinatissime storie. Ma, come dice la splendida madre di lui "Ci vuole tempo per tirare fuori la gioia dalla vita." Lei che apparentemente è fidanzata, ma poi si scopre che si è inventata tutto per la paura folle del legame che stava nascendo con lui, sapore dolceamaro e p...
L'odore di sottofondo, sempre presente, della stufa a kerosene che si inceppava di continuo. Tu che cucinavi. Sembravi serena, dentro a tutto quello squallore. Sembravi felice, ma a guardarti bene si capiva che qualche conto non tornava. La tua pelle olivastra che vira al grigio. Ero piccola ma lo vedevo. Il tuo sguardo che da vivo si faceva acquoso. Ero piccola, ma lo sentivo. La puzza del kerosene. Il freddo, l'odore della passata di pomodoro in brick soffritta male in in aglio quasi arrivato al suo fine vita. Un aglio che, a dirla tutta, invocava pietà. Quell'odore mi ha sempre lasciato l'acidità contratta di uno stomaco non sazio. Di cibo, Di amore, Di gioia. E tu eri lì. In piedi. In mezzo a quel turbinio di odori, tra soffritto e kerosene, ferma, immobile, con lo sguardo acquoso e i gesti lenti, esasperatamente lenti. Io ti vedevo. Ti vedevo ogni giorno, guardare il nulla e preparare quel pasto sterile. Ti sentivo ogni giorno e sentivo l'a...
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