Cronache di un gatto nero

Fate, anzi Facciamo tutti schifo. Siamo un fottutissimo crogiuolo di ansie inespresse. Siamo orgogliosamente abominevoli. Siamo i bisogni che soddisfiamo a discapito degli altri. Siamo nauseanti. Mestruati di malessere che cercano di guarire fagocitando il prossimo come fosse una pastiglia di Buscofen E conditi con trucioli di seghe mentali che nemmeno la produzione modiale dell'Ikea potrebbe superare o uguagliare. Siamo il peggio. Distruggiamo noi, distruggiamo il prossimo, distruggiamo tutto. Solo perchè non impariamo un cazzo. A stare al mondo, innanzitutto. Provo una pena enorme. Per me e per tutti.

E sorridevo, mentre ascoltavo il tuo odore leggero farsi ricordo sulla mia pelle..

Ho aspettato volutamente la pioggia. Ho bisogno di correre sotto a gocce di acqua gelida, che si mescolano con le mie lacrime. E ho bisogno di non sentire più questa stanchezza arida dentro. Mi rendo conto che ho dei motivi per poter essere felice, ho faticato tanto per conquistare, raggiungere e far mie alcune cose. Forse troppo. Ora che le stringo a me capisco che sono così effimere, così leggere e frivole che non terrebbero a galla nemmeno un pesce rosso morto, figuriamoci me. No. Non mi saziano. Ho bisogno di vera sostanza. Di consistenza. Di concretezza. E di acqua gelida che mi accarezzi e che si mescoli con le mie lacrime. Perché temo di aver capito quanto male mi farò.

Dicono che l' onestà intellettuale non sia per tutti. Che faccia male. Credo che la consolazione di averne ricevuta sia qualcosa di bello . Che copre, nel bene e nel male, in maniera soffice. Tutto. Anche quello che potrebbe  essere un dolore. Le mie fortune hanno sempre un che di ironico, mannaggiallaputtana.