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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

Anatomia di uno sparo

Respira. Lentamente Osserva con calma. Le vie di fuga, innanzitutto. Le possibili reazioni, tutto ciò che c'è intorno, gli effetti collaterali, le conseguenze. Collega tutto in modo pulito, essenziale, veloce. E dimentica tutte quelle puttanate scenografiche da film. L' efficacia, di per sè, è già bellezza. Controllati. Dimentica quello che stai facendo e perché. Respira ancora, lentamente. Smetti di sentire il tuo cuore che freme per quel potere, smetti di sentire il tuo cuore che batte all'impazzata, smetti di sentire Tutto. Respira. Trattieni E spara.

Tedio Domenicale

Dunque è così che funziona. Una guerra tra poveri, un gioco di forza a chi fa sentire più in colpa CHI. Ammiro come la coerenza di certe porcate resista e si faccia più forte negli anni. Davvero. L'unica cosa che mi fa fare la faccia un pò contrariata al solo pensiero è che in tutto ciò io non mi sia meritata nemmeno una bugia ben strutturata. Persino gli estranei mi riservano questa enorme cortesia che vedo come atto di gentilezza e rispetto  nei confronti della mia intelligenza, vivaiddio. Ma voi no. Vi distinguete, sempre. O forse è quell'affetto residuo e stanco che da qualche parte ancora provo a darmi modo di sovrastimarvi. Ma stavolta mi sono sdraiata al sole. Non ho pensato a voi. Mi sono dondolata in modo lento e pigro, sapevo esattamente che cos'era accaduto. Sapevo esattamente cos'era stato detto. Ma ho continuato a dondolarmi. Non ho sentito la colpa, nè la mancanza, nemmeno quel vuoto che mi ha divorato per anni. Non ho sentito niente.

I miei primi 40 anni

E poi scopri che trarre le somme non è facile se non hai addendi da mettere in colonna. Farà anche male, ma non si tratta di ingiustizia. A volte la vita è semplicemente così. Sei viva, sei sana, ma muori lentamente ogni giorno schiacciata dal dovere, sotto al peso della cosa più giusta ( per tutti) da fare, divorato pezzo pezzo dalla paura costante. E stai a guardare i cocci. A cercare un senso di appartenenza che non hai, tappando i buchi che sono sul cuore con mezzi di fortuna, mentre la vita passa, scorre, e nulla ti verrà dato indietro nel frattempo che ti fai coraggio e ti paraventi dietro agli " è acerba" detti sempre con meno convinzione e sempre più rassegnazione. E vedi tutti gli espedienti che hai trovato per riuscire a galleggiare in una vita sicuramente dignitosa agli occhi dei più, ma incredibilmente vuota. I silenzi, le mancanze, gli abbandoni, arrivi e partenze, indifferenze, tradimenti, delusione e malattia, il peso della solitudine con cui impari a convivere

La scatola

Mi verrebbe da chiederti se sei mai stato felice. Così, d'impulso. Ti vedo mentre mi guardi con gli occhi pieni. Io che avevo paura mi scopro a vederti vacillare. Molto più di me. Ti ascolto dire le cose sbagliate pur di dire qualcosa. Cerchi un contatto che non sai se vuoi. Ti vedo mentre non sai cosa fare. I tuoi occhi saranno anche pieni. Ma sono segnati e stanchi. Ho una fitta al cuore. Per te. So esattamente cosa senti. Potrei dirti che è tutto sbagliato, potrei dirti che sarà facile un giorno uscire da quei limiti che ti sei creato intorno e che pensavi ti proteggessero, finché non hai capito che ti incatenavano. Potrei dirti che dipende solo da te. Ma tanto non servirebbe. Hai visto i limiti della tua scatola nella peggior maniera possibile. Ne hai sentito il peso ma hai preferito rimanerci dentro. Apparentemente al sicuro. Non per me, davvero. Ma sono enormemente dispiaciuta per te. Perché la mia scatola è ancora lì, certo. Ma ho imparato a entrare e a

Binari Morti

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Diario di viaggio di una nerd disadattata

Sono stata enormemente autocontrollata da un anno  a questa parte. Per paura di non farcela e per abitudine, forse. Non ero più solita a pensare a me, a quello che volevo io, a cosa avrei voluto fare. Dovevo pensare ai problemi di altri perchè se non l'avessi fatto avrebbero travolto in modo rovinoso anche me. E questo non va affatto bene. Ma, mi son detta, adesso dipende tutto da me. Così mi sono concessa quella che chiamerei una sana "botta di matto"  in un periodo che di sano per me ha davvero ben poco. Non ho pensato, ho solo realizzato " ma si, cazzo, che è un anno che sputo sangue e poi lo raccolgo". E quando ho deciso non ho nemmeno pensato che sarei stata completamente da sola. Sola a scorgere nell'orizzonte lontano i primi pini marittimi  che tanto amo e tanto sono familiari per me. Sola a vedere di nuovo il colore rosso di quella terra. Sola a sentirne l'odore. Sola in mezzo a una folla disadattata come me, e per questo forse ancora