E' solo potenziale inespresso. E niente più.

Sono una persona estremamente creativa.
Vedo, e con enorme facilità, il potenziale inespresso delle cose.
Di molte cose.
Le guardo e so già cosa potrebbero diventare.
Purtroppo mi accade lo stesso anche con le persone.
Le guardo e vedo quello che potrebbero diventare.
L'errore che faccio, sostanzialmente, è questo.
Continuo a valutarle per quello che potrebbero essere, non per quello che sono.

E ho bisogno di convincermi che non ci sia il calcolo dietro alle azioni nei rapporti tra le persone.
Un bisogno feroce.
Ho bisogno di credere che si tratti di blocchi emotivi, handicap sociali, mentali, fisici,  paure, non sapere stare al mondo, convinzioni culturali, sounamadonna, quellochevolete.

Qualunque cosa.

Ma per pietà, che non sia la cattiveria.
Pura, semplice e gratuita.
Anche se è quella che poi spesso risponde, perchè poi viene spontaneo nascondercisi dietro, ma un conto è nascondercisi, un altro è fare che le nostre azioni siano guidate da essa.

E, no. Non ci credo.
Non posso.
Ho bisogno di continuare a guardare il mio prossimo senza la paura, con quel poco di fiducia che mi resta.
Non voglio perdere la curiosità, ma davvero non è semplice arrivare davanti a qualcuno completamente disarmato e cercare di avere un rapporto alla pari se dall'altra parte pensi che ci sia qualcuno che può ucciderti o ferirti in qualunque momento.
Anche se è così, ogni volta che ti fidi.

Ma non posso credere che si tratti di cattiveria.
Non devo.
Perchè so perfettamente quanto potrei diventare cattiva io stessa.
E allora potrei perdonare l'altrui cattiveria, ma mai la mia.

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