...SEI TORNATO...
giovedì, 08 ottobre 2009
21:27
21:27
Sei tornato.
Dopo 3 anni di migrazioni a me ignote, in una notte calda e umida di agosto, con la stessa disinvoltura indolente che hanno le rondini a primavera inoltrata.
E te ne stai lì, come se fosse la cosa più normale del mondo; alla mia porta a guardarmi, come se te ne fossi andato ieri, come se fosse una cosa bella il tuo essere lì, per me.
Sei tornato per restare, stavolta.
Le rondini tornano sempre al loro nido, questo io lo so, e per 3 anni ti ho aspettato come se fosse una necessità urgente e vitale, come se da ciò dipendesse la mia stessa vita, ti ho atteso, ti ho sognato, ho sperato. Anche quando lo negavo a tutti.
Ma non ho provato gioia, non ho provato emozione.
Tu eri lì, per me, e le tue mani erano mani qualunque, i tuoi occhi verdi e velenosi erano solo occhi, il tuo odore aveva un retrogusto aspro di menzogne costruite ad arte, intrecciate ed impreziosite dal tuo ineccepibile psicodramma, era l'assenza, l'abbandono, l'essere esclusa dalla tua vita che non mi hai mai voluto svelare, l'essere accantonata e nascosta nel buoio dei nostri incontri, i silenzi e le verità taciute, i dubbi e le paure.
Sei tornato, per restare.
Ma ad accoglierti hai trovato il freddo gelido dell'inverno, e questo non ti dà pace.
Quella stessa pace che finalmente io ho trovato.
Dopo 3 anni di migrazioni a me ignote, in una notte calda e umida di agosto, con la stessa disinvoltura indolente che hanno le rondini a primavera inoltrata.
E te ne stai lì, come se fosse la cosa più normale del mondo; alla mia porta a guardarmi, come se te ne fossi andato ieri, come se fosse una cosa bella il tuo essere lì, per me.
Sei tornato per restare, stavolta.
Le rondini tornano sempre al loro nido, questo io lo so, e per 3 anni ti ho aspettato come se fosse una necessità urgente e vitale, come se da ciò dipendesse la mia stessa vita, ti ho atteso, ti ho sognato, ho sperato. Anche quando lo negavo a tutti.
Ma non ho provato gioia, non ho provato emozione.
Tu eri lì, per me, e le tue mani erano mani qualunque, i tuoi occhi verdi e velenosi erano solo occhi, il tuo odore aveva un retrogusto aspro di menzogne costruite ad arte, intrecciate ed impreziosite dal tuo ineccepibile psicodramma, era l'assenza, l'abbandono, l'essere esclusa dalla tua vita che non mi hai mai voluto svelare, l'essere accantonata e nascosta nel buoio dei nostri incontri, i silenzi e le verità taciute, i dubbi e le paure.
Sei tornato, per restare.
Ma ad accoglierti hai trovato il freddo gelido dell'inverno, e questo non ti dà pace.
Quella stessa pace che finalmente io ho trovato.

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