La mia vita piccola piccola. (e colorata)

domenica, 08 maggio 2011
19:31
Domenica pomeriggio oziosa, reduce da un pranzo a dir poco luculliano.
Sole leggero che entra dalla finestra e rende tutto più arancione e morbido, 10 gatti spanciati sul letto lilla abbandonati ad un sonno beato e ristoratore, lo stesso di cui mi priveranno stanotte quando, rinfrancati ed energici oltre l'inverosimile faranno per ore su e giù dalla scala a chiocciola travolgendo ogni cosa possa fermare la loro folle corsa.
Un pò annoiata a dire il vero, lascio che la mia mente vaghi per conto proprio e mi ritrovo a pensare a tanti anni fa, quando vivevo di espedienti, tra ansia e paura e cercavo di stare a galla, cosa che miracolosamente accadeva, ma che costava una fatica talmente enorme che mi impediva di godermi anche quel poco che riuscivo ad avere.
Rivedo il mio passato come un vortice nero cupo che vira al cobalto spento, dove il verbo FARE era prerogativa di un atto quotidiano doveroso e senza speranza di cambiamento.
Ma poi quel cambiamento è arrivato, repentino e senza annunciarsi in alcun modo.
Si è presentato così senza che me ne accorgessi, e mi ci sono ritrovata in mezzo senza nemmeno avere il tempo di prepararmi.
E mi fermo ancora a pensare. Mi ritrovo a 33 anni ad avere qualcosa, un passato, un lavoro, delle storie e delle persone alle spalle. Un vissuto denso e pieno, non sempre bello, ma per lo meno un passato degno di nota. Ci sono persone che conosco che a poco meno della mia età si ritrovano senza voglia di guadagnarsi nulla, senza sapere cosa sia lo spirito di sacrificio, senza la voglia di lottare per un qualcosa di importante, come la loro vita che lentamente buttano via senza rendersene conto. Non mi ritrovo estranea e rabbiosa in qualche posto per aver seguito qualcuno, consapevole dell'enorme cazzata che ho fatto ma impossibilitata a tornare indietro. Non mi ritrovo a dovermi vergongare per le menzogne che ho sparato gratuitamente in giro per attirare l'attenzione in modo piuttosto patetico, e nemmeno mi ritrovo  a dover "indottrinare" ragazzini per avere una parvenza di compagnia.
Mi ritrovo ad avere giornate piene, in cui non capisco nulla di quello che accade, ma nei quali cerco di dare il massimo, e giornate "vuote", nelle quali mi siedo, mentre il sole lentamente si assopisce e i raggi aranciati mi accarezzano lievi, assieme al brusio di passeri ubriachi di primavera e pensare mi sembra che sia il modo naturale per concludere la mia giornata, e il latte e menta nel bicchiere sembra dare ancora più colore a questo posto, piccolo, meraviglioso e colorato e ancora da riempire di sogni speranze e vita.



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