Impossibile da dimenticare ma difficile da ricordare...

venerdì, 05 marzo 2010, 
15:55
La superficialità è figlia della stupidità, senza dubbio.

Ho l'enorme fortuna di essere un'ottima osservatrice. L'osservazione come metodo scientifico, per imparare sugli altri, dagli altri e con gli altri, per comprendere il mondo e se stessi: questa attività ha su di me un fascino incredibile, che mi porta spesso a provocare situazioni limite per osservare, appunto; per comprendere perchè imparare quanto più possibile è tra i miei obiettivi primari, per chi si chiedesse se mai ne avessi qualcuno da perseguire.
Ad ogni modo, c'è un comportamento diffusissimo che osservo da molto tempo e che mi lascia a dir poco interdetta, senza aver modo di comprendere e di imparare se non che le persone ammancano notevolmente di profondità, intelligenza e di quegli attributi che dovrebbero fornirci alla nascita, grossi più o meno come delle noci e dall'aspetto tristemente insignificante, ma che possono fare la differenza nella vita e nelle scelte di ognuno di noi :

I COGLIONI.

Ho un incredibile traffico di umanità attorno a me, che per i più disparati motivi subisce periodicamente un ricambio violento e totale, salvo rare eccezioni, quindi ho avuto modo di vedere, studiare, osservare e annusare gli aromi di questo incredibile pout pourri di storie, vissuti, culture differenti, personalità e caratteri più disparati.
Se la vita fa scuola, posso dire di essere all' università, e senza presunzione posso affermare che mentre i pout pourri sono soavemente profumati e il loro aroma ci avolge in note piacevoli da assaporare, l'umanità da me osservata ha lo stesso inconfondibile fetore della merda.
Spiegatemi, ve ne prego, com'è possibile che le persone riescano a scendere a compromessi così bassi e gretti con loro stessi se non per stupidità, come riescano a guardarsi ONESTAMENTE in faccia al mattino appena svegli, per dirne una, cosa raccontano alla propria coscienza (dando per scontato che ce l'abbiano) e che razza di rapporto contorto hanno con il loro cervello che insultano ogni qualvolta aprono bocca.
Vedo la gente sputarsi addosso veleni peggio che in una guerra batteriologica, con cortese simpatia, e poi uscire a braccetto, come se nulla fosse, perchè anzichè dire e dirsi le cose in faccia (cose che tra l'altro TUTTI sanno, persino io che sto relegata in casa e non dovrei avere accesso a simili informazioni!!) e si porta avanti una farsa che a quanto pare viene pure applaudita, e piuttosto che essere davvero coerenti si sfocia nel ridicolo, nel patetismo più grottesco, e mentre accade ciò, si ha anche l'ardire di elevarsi su piedistalli pronti a dispensare saggi consigli a chi non solo non ne chiede, ma si sta bellamente facendo la propria vita.
Ora, senza volersi lamentare (a zona magari, come mi è stato detto recentemente) ma facendo solo un resoconto puro e semplice di quello che vedo e vivo (e ciò differisce notevolmente da un lamento, ma anche lamentarsi, che ci starebbe tutto, pare quasi un diritto che acquisisci per diversi meriti, nei quali non è contemplato il farsi i fatti propri).
Quindi, per quanto io possa voler osservare e imparare davvero non capisco, oltretutto rimango stupita dal fatto che come al solito la "dimenticata" sono io, che per carità, ho il mio bel caratterino (ed essere brutalmente sinceri, dire ciò che si pensa e voler comprendere le diverse situazioni viene considerato problematico e ingestibile)..e un pò mi rode, sono un' essere umano anche io, credo...
Poi, accendo il pc, Facebook e Msn sono un tripudio di commenti e messaggi, sembra quasi che siano lì tutti pronti a farti festa, nel virtuale...Perchè ora come ora si dà più importanza a quello, memore delle infinite discussioni (ovviamente sterili, univoche e del tutto di facciata) che ho avuto con gente mortalmente offesa dalle mie pulizie che li vedeva tagliati fuori, perchè se nel virtuale non sei amico di questo e quell'altro devi dare spiegazioni, e per dare spiegazioni devi scoprirti e per scoprirti ci vuole coraggio.. (ed ecco che si capisce la profonda importanza dei coglioni, e chi non li ha dovrebbe provvedere, ma poi si tergiversa e siamo sempre lì, al punto di partenza).
Pisolo il gatto è sulle mie ginocchia, per nulla disturbato dal mio pigiare sui tasti rumoroso e rapido, vitale come tutte le cose che faccio e dico. Mi fermo e lo osservo, dorme con la sua pancia tonda all'aria, segno di estrema fiducia nei miei confronti, questo essere umano nevrotico e buffo che lui ha scelto come sua compagna di vita. Sorrido e sussurro il suo nome e lui, in tutta risposta, fa un verso sommesso che non assomiglia per nulla a un "miao" e comincia a fare le fusa disordinate e ronzanti, impastando l'aria, beato. Poi apre gli occhi e nel suo sguardo c'è uno scintillio strano, diverso, una luce che non vedo nella massa umana attorno a me, ma ricordo di averlo visto in quelle persone che fanno l'eccezione.
Cerco di capire, e devo dire che ci metto un pò, e poi, di colpo vengo gelata dall'illuminazione:
I SUOI OCCHI BRILLANO DI AFFETTO SINCERO.


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