Belle di notte
Da bambina casa mia, una delle tante, si trovava in una viuzza del centro. Era una viuzza fatta di ciottoloni consumati e lisci, con ciuffi d'erba che spuntavano impavidi e incuranti dello scalpiccio dei nostri piedini che rincorrevano un pallone o qualunque altra cosa rapisse la nostra attenzione labile e vivace. E c'erano le belle di notte. Io non capivo il mistero che si celava dietro a queste piante che mai prima di quell'epoca avevo visto. Sbucavano dal cemento e lí rimanevano, crescendo verdi e forti e poi, all'improvviso spuntavano tutti questi fiori a trombetta che si aprivano solo di notte. Ad ogni portone c'erano enormi cespugli di belle di notte. Quelle viuzze di ciottoli, con i portoni sgangherati e la gente che si parlava da finestra a finestra, e quasi non si vedeva il cielo per quanto erano strette, con i fili a carrucola per stendere i panni che gracchiavano come cigni morenti ogni volta che qualcuno li usava. In qualche modo c'era della poesia i...