I miei primi 40 anni

E poi scopri che trarre le somme non è facile se non hai addendi da mettere in colonna.

Farà anche male, ma non si tratta di ingiustizia.
A volte la vita è semplicemente così.

Sei viva, sei sana,
ma muori lentamente ogni giorno schiacciata dal dovere, sotto al peso della cosa più giusta ( per tutti) da fare, divorato pezzo pezzo dalla paura costante.
E stai a guardare i cocci.
A cercare un senso di appartenenza che non hai, tappando i buchi che sono sul cuore con mezzi di fortuna, mentre la vita passa, scorre, e nulla ti verrà dato indietro nel frattempo che ti fai coraggio e ti paraventi dietro agli " è acerba" detti sempre con meno convinzione e sempre più rassegnazione.
E vedi tutti gli espedienti che hai trovato per riuscire a galleggiare in una vita sicuramente dignitosa agli occhi dei più, ma incredibilmente vuota.

I silenzi, le mancanze, gli abbandoni, arrivi e partenze, indifferenze, tradimenti, delusione e malattia, il peso della solitudine con cui impari a convivere, le cose che avresti voluto e dovuto fare e che non potrai più fare, i sogni che smetti di sognare, che fa male anche solo a immaginare in un bene che non arriva mai.

Piangerò.
Mi ubriacherò e in qualche modo sopravviverò.

Del resto lo faccio ormai da 40 anni.

Tanti auguri a me.

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